Writings

Me e il talento


Il talento non è il punto d'arrivo, ma quello di partenza.
Spesso il talento viene scambiato con l'abilità tecnica che sostiene il soggetto, ma in realtà è tutt'altra cosa.
Il compito dell'arte non consiste nell'imitare, ma nell'esprimere.
A mio avviso la creazione artistica non può sopportare limiti, o confini;  è  un continuo divenire e non è nel suo elemento volontario che si trovano le sue qualità più rare, ma nel caso che l'ha arrestata in un determinato momento.
C'è un principio e c'è una fine, ma è nel mezzo che si compie la lotta, un corpo a corpo con ciò che senti, ciò che vedi, quello che riesce, il suo contrario, i ripensamenti, le pause, la stanchezza, l'osservare privo d'azione, il tutto.
La sua riuscita spesso è molto lontana dal fine prefissato.
Delacroix sosteneva che "finire richiede un cuore d'acciaio" 
Compiacersi di un abilità manuale  è da imbecilli.
C'è un esigenza quasi spietata che sale dal profondo e che viene a popolare di immagini il pensiero e impone un bisogno di dare vita a tutto ciò: ed è qui che germoglia il talento.
Ognuno di noi, se vuole può riconoscere il proprio limite e con fatica, spostarlo più avanti, ma solo chi ha talento può saltare oltre, trovando subito quello che altri sono costretti a cercare
Un'avventura in un mondo sconosciuto, un peso e un rischio che pochi possono assumere.
Il talento consuma e io credo di non saper saltare.